4 giorni sul Cammino d’Abruzzo. 37 anime (compresa quella, insuperabile, del fedele pastore australiano Milo che ha vegliato su noi tutti come fossimo il suo gregge!) e svariati chilometri percorsi lanciando sempre il cuore oltre l’ostacolo e riempiendo gli occhi di una scambievole meraviglia che ad ogni passo ha stretto legami e liberato emozioni.
Lo sintetizziamo così il viaggio dello splendido gruppo CAI di Sesto fiorentino, che dal 25 al 28 aprile ha percorso un tratto della Costa dei Trabocchi, per poi addentrarsi nelle nostre colline, accompagnati dai piedini rossi del Cammino d’Abruzzo.
Casalbordino – Punta Aderci e ritorno (con doveroso brindisi al tramonto sul promontorio più bello d’Abruzzo!), il 25 aprile; Casalbordino – Fossacesia il 26 aprile, passando per la bellissima lecceta di Torino di Sangro e approdando alla maestosa abbazia di San Giovanni in Venere; Fossacesia – Ortona – Tollo, il 27, alternando le bici sulla ciclabile della Via Verde al trekking tra campi e vigneti e, infine, Tollo – Ripa Teatina il 28 aprile, un ultimo assaggio di paesaggio collinare prima di rientrare in Toscana.

Quello che noi del Cammino d’Abruzzo sapevamo è che avremmo regalato alla Toscana tanta bellezza, suggestione e accoglienza: siamo fieri dei nostri luoghi e certi della nostra gente, che si è mostrata entusiasta, accorta e persino affettuosa con tutti i nostri ospiti.

Quello che non potevamo sapere, però, è che avremmo ospitato dei viandanti altrettanto accorti, affettuosi e capaci di accogliere con tanta meraviglia la nostra terra e noi abruzzesi tutti, in uno scambio continuo di emozioni e suggestioni.

Questo dovrebbe essere un cammino, nella sua lentezza e gratuità: restituire il senso del bello, quello che abita dentro e fuori di noi.
Un cammino non è mai solo il paesaggio che riempie gli occhi di stupore o la strada che si fa percorso, tra fatica e gioia: un cammino è soprattutto riconoscere nei luoghi e nelle altre anime quello che dimora in noi e, camminando, si riflette nel mondo.
Agli amici del CAI di Sesto Fiorentino, che speriamo di rivedere presto sul Cammino d’Abruzzo, dedichiamo questi versi di Catharina Visser e la nostra gratitudine per averci restituito il senso del nostro impegno:

"Quello che accade nell'anima del pellegrino
non è la voglia crescente verso lo scopo
non è il trovare il Santo alla fine del pellegrinaggio
Ma è il suo fervore allo spazio
ai ciottoli sul suo sentiero
alla sua consapevolezza del non sapere
al suo scendere nel vuoto
I suoi piedi diventano i suoi amici
La pioggia determina il suo soffrire
La sua paura viene attratta ai cani per strada
E lui si riposa nell'universo
Migrando arriva da nessuna parte
procedendo raggiunge niente
ma la sua gioia aumenta
per un fiore e per una cicala
per un saluto o un rifugio
La sua destinazione e il suo tetto si uniscono all'orizzonte
Il cielo e la terra si incontrano all'incrocio del suo cuore
Il luogo sacro si ritrova negli animali e nelle cose
Il suo arrivo sarà protetto nella saggezza dell'Essere".


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