Cos’è la prima cosa che ti viene in mente se ti dico “Accessibile”?
Facilmente raggiungibile, esatto! Un luogo, un concetto, persino una persona, se sono accessibili, sono alla tua portata. Alla portata di tutti, in realtà. È qualcosa di trasversale, che non tiene conto dei limiti culturali, sociali, mentali, economici o fisici. È qualcosa che puoi fare, capire, pensare, toccare. Sentire. Percorrere, qualunque sia la tua “infrastruttura”.
E così ci siamo messi due volte in cammino, con Il Cammino d’Abruzzo: la prima per portarci nei luoghi e nei sentieri, spesso inesplorati o abbandonati nel tempo, della nostra regione. La seconda, per portare in quei luoghi, in molti di essi, altri occhi, altri cuori e altre gambe che non fossero quelli di un viandante che non deve fare i conti con le “barriere”.
Quelle urbane, boschive, marine, ma anche mentali: barriere che sono limiti prima di tutto per la nostra libertà.
In cammino due volte, dicevamo, con l’aiuto di chi ci ha “costretti” ad abbassare lo sguardo. No, non con gli occhi per terra! Abbiamo semplicemente abbassato la linea dell’orizzonte, vedendo quel che vede un bambino o, semplicemente, chi è seduto su una sedia a rotelle: diverse prospettive, ma stessa meta, due modi differenti di percorrere gli stessi luoghi.
E del resto nessun viandante, per identico che sia il percorso, porta a casa le stesse emozioni, le stesse esperienze.
Passi o giri di ruota, ci siamo detti, non conta: il maggior numero di viandanti possibile deve avere accesso al Il Cammino d’Abruzzo, a piedi, in bici, in carrozzina o in jolette.
Con l’aiuto di Marco, il “saggio” dell’APS “A piede libero” che gestisce Il Cammino d’Abruzzo, ecco pronte le tappe accessibili: dalla Torre di Cerrano, Pineto, al Voltigno, passando per Rigopiano, Ortona, Scanno, Calascio…
Mare, montagna e collina in quasi 90 km che condensano lo spirito del nostro Cammino: essere parte del tutto in armonia, senza alcun impatto o stravolgimento. Che sia una spiaggia, un bosco, una carrareccia o un tranquillo tratto asfaltato, tu sei lì che attraversi l’Abruzzo e i suoi borghi, gusti i suoi piatti, incontri le sue genti, ti riempi il cuore di meraviglia e gratitudine, qualunque sia il mezzo – gambe o ruote – che ti ha condotto fin lì.
Parte di un tutto e senza negare le differenze, ma usandole come risorse per trasformarle in possibilità.
Se dico “accessibile” io voglio pensare che possiamo farlo entrambi, ognuno col proprio “bagaglio” e ognuno col suo “passo”.
In fondo, la vera accessibilità non è data da quel che “puoi” fare, ma da quello che VUOI, fare. È questo il tuo bagaglio, è questa la tua meta. Il Cammino, poi, si fa da sé.

Floriana Riggio

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